Gli acquisti effettuati sul Google Play Store trasmettono troppi dati personali degli utenti agli sviluppatori

Luis Nittoli
Luis Nittoli
Gli acquisti effettuati sul Google Play Store trasmettono troppi dati personali degli utenti agli sviluppatori

Google è nuovamente sotto attacco per la sua apparente cattiva gestione dei dati personali degli utilizzatori dei suoi servizi. Non molto tempo dopo che Microsoft ha criticato il gigante della ricerca per il trattamento dei contenuti mail degli utenti Gmail, un nuovo problema di privacy è emerso negli ultimi giorni: troppe informazioni sui clienti sono trasmesse agli sviluppatori di applicazioni al momento dell'acquisto.

Un developer australiano, Dan Nolan, ha rimproverato Google attraverso il suo blog nella giornata di mercoledì, esordendo con un "grosso problema di privacy nel Google Play": il problema è che quando gli utenti acquistano una qualche applicazione, il suo sviluppatore ottiene dati personali come e-mail, indirizzo fisico e nome reale della persona.

Nolan, dopo una recente pubblicazione sullo store di Google, ha dichiarato di aver ottenuto numerose informazioni dei suoi clienti al momento dell'accesso al suo account, quando stava per aggiornare i suoi dati per il pagamento della sua applicazione.

La cosa principale che impedirebbe agli sviluppatori di abusare di tutti i dati ricevuti è l'aver firmato ed accettato i "termini di servizio" al momento della registrazione, anche se Nolan (e non solo!) dubita delle buone intenzioni di tutti coloro che pubblicano software sullo store di Android.

Quindi, tutto questo che cosa potrebbe significare per gli utenti? L'australiano ha una risposta pessimista anche per questo:

"Con tutte le informazioni che ho a disposizione attraverso il portale di checkout ho potuto rintracciare e molestare gli utenti che hanno lasciato recensioni negative, oppure quelli che hanno chiesto il rimborso per il mio lavoro".

Per un ecosistema mobile che è diventato l'obiettivo principale dei moderni criminali informatici, Nolan ci tiene molto a sottolineare che questa è stata una "svista enorme da parte di Google", che dovrebbe essere risolta al più presto.

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