Samsung starebbe lavorando su nuovi metodi di update per i suoi modelli

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Samsung starebbe lavorando su nuovi metodi di update per i suoi modelli

Prendete la seguente notizia come in forte dubbio, sia perché non è stata in alcun modo confermata, sia perché lo scenario che prospetta (al di là che possa piacere o meno) non è di quelli che si realizzano con facilità e non certo da un giorno all'altro, quindi non vale (ancora) la pena allarmarsi.

Secondo quanto riportato da SamMobile, Samsung starebbe indagando nuove modalità di aggiornamento dei propri dispositivi. Se da una parte questo potrebbe essere un bene e ci farebbe sperare in update più rapidi, dall'altra sembrano esserci numerose controindicazioni. Samsung vorrebbe infatti conoscere con esattezza quanti modelli sono stati venduti in ciascun paese, pertanto vorrebbe impedire ad un rivenditore di un certo stato di vendere modelli di un altro, ad esempio negando gli update a quei modelli che si trovino in un certo paese ma abbiano l'identificativo di uno diverso. Non solo, ma questo potrebbe anche significare prezzi mediamente più alti, dato che spesso alcuni rivenditori (particolarmente online) abbassano il costo del loro catalogo proprio in virtù dell'importazione dall'Europa, il che in alcuni casi significa anche dover attendere di più per un nuovo modello, qualora il lancio in Italia sia ritardato rispetto ad alcuni paesi limitrofi.

Tra l'altro, bloccando semplicemente gli aggiornamenti, nulla impedirebbe comunque ad uno store di continuare a vendere modelli d'importazione, starà poi al cliente essere molto attento nel verificare i suoi acquisti, ma ci immaginiamo un sacco di potenziali acquirenti meno informati dei fatti che a queste cose non faranno mai caso e se ne accorgeranno forse solo svariati mesi dopo, quando magari qualche amico più smaliziato segnalerà loro la cosa.

Non è finita qui, perché Samsung potrebbe testare anche l'update basato sull'IMEI, il che renderebbe assai complicate le cose per gli sviluppatori che non potrebbero provare tempestivamente i nuovi firmware.

Se da una parte insomma un maggiore controllo potrebbe anche voler dire aggiornamenti più rapidi, dall'altra sembrano esserci diverse controindicazioni in questa metodologia, tali da farcela bocciare a priori.

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