Editoriale: i controlli su App Store valgono più di quelli per Play Store?

Emanuele Cisotti
Emanuele Cisotti Tech Master
Editoriale: i controlli su App Store valgono più di quelli per Play Store?

Più volte si è discusso, spesso nei commenti, della scarsa qualità dei controlli effettuati all'interno del Play Store, per quanto riguarda applicazioni malevole, truffaldine o cloni di vario tipo.

I controlli su Play Store sono "scarsi" per definizione, proprio perché è la politica di Google non effettuare controlli preventivi sulle applicazioni inserite nel Play Store, ma si basa solo sulle segnalazioni degli utenti. Ad oggi i malware sembrano sempre essere stati rimossi con prontezza, così come anche le applicazioni clone malevole.

Le applicazioni inutili (per usare un eufemismo) e spesso clone di se stesse sono però comunque molte migliaia e sicuramente la percentuale della "spazzatura" presente su Play Store è considerevole.

Una politica decisamente opposta è invece quella dell'App Store, dove i controlli (che possono impiegare varie settimane) vengono effettuati a monte e ogni applicazione deve essere verificata prima della pubblicazione. I test sono molto severi e non è raro che applicazioni semplicemente "non gradite" a Apple vengano rifiutate.

App Store è anche lo store mobile più remunerativo e questo contribuisce ad aumentare l'ottima fama che questo aggregatore di applicazioni si è fatto nel corso degli anni.

Ma siamo davvero sicuri che il sistema di Apple funzioni? Un esempio abbastanza palese è Counter-Strike Official per iPhone, la cui descrizione e screenshot richiamano la legittimità del gioco, ma che poi in realtà non portano assolutamente a nulla. Fattore da considerare è il suo prezzo: 1,59€. L'applicazione è quindi per definizione una vera e propria truffa.

In un sistema basato sulle segnalazioni come Android, l'applicazione non avrebbe avuto lunga vita. E invece la sorpresa è questa: l'applicazione è nell'App Store dal 25 maggio, oltre 10 giorni, con alle spalle anche alcuni articoli di segnalazione di blog di settore.

Come sempre più spesso accade lo spirito open source, dove i problemi vengono risolti rapidamente grazie alle segnalazioni, sembra funzionare meglio di uno chiuso e proprietario di Apple.

O forse no?