Motorola conferma: saranno gli operatori a sbloccare o meno il bootloader del RAZR

Nicola Ligas
Nicola Ligas Tech Master
Motorola conferma: saranno gli operatori a sbloccare o meno il bootloader del RAZR

Buone notizie quelle odierne (almeno in prospettiva), specialmente per chi aveva messo gli occhi sull'ultimo gioiellino di casa Motorola: come avrete infatti già letto dal titolo dell'articolo, il RAZR include davvero l'opzione per sbloccare/ribloccare il bootloader, starà ai vari operatori decidere se renderla utilizzabile o meno.

A parlarne è quella Christy Wyatt, vice presidente della divisione mobile software di Motorola, che già in passato ci aveva aggiornati in merito, indicando come periodo favorevole la seconda metà dell'anno (ed infatti eccoci qui) e addossando gran parte della colpa agli operatori telefonici, cosa che per altro Motorola ha confermato anche le caso del RAZR-Verizon.

Questo non significa che tutti i modelli commercializzati da altri operatori ed in altri continenti saranno sbloccabili: esiste la possibilità che alcuni seguano le orme di Verizon, ma il telefono di per sé è stato costruito integrando al suo interno questa possibilità.

La deduzione logica sarebbe quindi che tutti i RAZR no-brand fossero sbloccabili a piacimento: purtroppo non possiamo confermarlo (né smentirlo) ma sarà la prima cosa sulla quale vi aggiorneremo qualora ci fossero sviluppi.

In ogni caso, una volta che il telefono sarà stato lanciato su scala globale, Motorola aggiornerà il proprio sito dedicato agli sviluppatori con la lista dei modelli che saranno sbloccati, il che dipanerà ogni ombra dalla vicenda.

La soluzione per la gestione del bootloader a cui l'azienda è giunta sarà estesa anche ad altri terminali tramite il futuro upgrade ad Ice Cream Sandwich, e qui Christy tira nuovamente in ballo gli operatori, i quali potrebbero negare l'update ad alcuni dispositivi a seconda delle loro strategie. Ovviamente Motorola deciderà quali modelli aggiornare in base anche alle proprie esigenze, legate principalmente alle capacità hardware ma anche ai volumi di vendita.

In ogni caso è evidente come le acque si stiamo muovendo e ci auguriamo che Motorola abbia finalmente deciso di puntare decisamente anche al mercato non statunitense, iniziando magari da una diffusione più capillare che in passato (l'Atrix è arrivato da noi diversi mesi dopo rispetto all'America), cosa che sembra sarà fatta con il RAZR, ed anche spendendo più energie per supportare la comunità degli sviluppatori: in quest'ottica lo sblocco del bootloader è solo il primo passo.

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